CONTRIBUTI PER PICCOLI COMUNI PER L’EFFICIENZA ENERGETICA
Febbraio 10, 2022La Regione Lombardia ha dato continuità alle linee guida e ai criteri del DGR n. 4650 dello scorso maggio per un sostegno a fondo perduto
Febbraio 14, 2022SCADENZA NOMINA ENERGY MANAGER
La figura dell’Energy Manager è stata normata nel 1982 (legge n. 308/82), ma è con la successiva legge n. 10/91 che prende concretezza attraverso l’introduzione del Responsabile per la conservazione e l’uso razionale dell’energia.
La nomina dell’Energy Manager è obbligatoria per le aziende industriali con consumi superiori ai 10.000 tep/anno entro il 30 aprile di ogni anno e la contestuale comunicazione dei consumi deve riferirsi a quelli maturati nell’anno precedente (art. 19 della legge 10/91).
Per le organizzazioni del settore civile, terziario e trasporti, invece, l’obbligatorietà vale per coloro che appartengono ad una soglia di consumo superiore a 1.000 tep/anno.
Tuttavia non esiste solo l’obbligatorietà perché le aziende possono procedere anche su base volontaria alla nomina dell’Energy Manager a conferma di un interesse per la gestione consapevole dei propri consumi energetici. In questo caso, solo per il primo anno, la figura può essere nominata in qualsiasi momento ma adeguandosi negli anni successivi alla cadenza del 30 aprile (come, quindi, le altre organizzazioni obbligate).
La nomina formale avviene attraverso il portale NEMO (https://nemo.fire-italia.org/clienti#servizi) di FIRE Federazione Italiana per l’uso Razionale dell’Energia.
CHI È L’ENERGY MANAGER?
L’energy manager è una persona che gestisce l’ambito energetico all’interno delle organizzazioni, sia pubbliche sia private. Attraverso un’attività costante di verifica, l’energy manager mira ad ottimizzare i consumi proponendo e attuando puntuali interventi di efficienza energetica dell’infrastruttura aziendale, dei processi produttivi, della negoziazione delle forniture e orientando verso l’impiego di fonti rinnovabili.
Quali caratteristiche deve avere
un buon Energy Manager?
Il profilo e il ruolo dell’energy manager cambiano a seconda della dimensione aziendale e della complessità dei processi operativi che caratterizzano il business: un’acciaieria presenterà un fabbisogno energetico ed una razionalizzazione dei consumi diversa da quella della distribuzione di un marchio di abbigliamento attraverso una rete retail.
All’interno delle aziende più articolate, abbiamo per l’appunto fatto l’esempio dell’acciaieria, l’Energy Manager è una figura inserita stabilmente – un dirigente – che coordina uno staff tecnico competente in materia. L’Energy Manager può essere infatti nominato anche tra figure apicali che non dispongono di una preparazione tecnica, tuttavia è importante che la sua squadra di supporto sia in grado di disegnare e concretizzare la politica energetica dell’azienda aderente agli obiettivi interni ed esterni ad essa.
In aziende il cui ambito di interesse energetico è invece meno impattante, il ruolo dell’energy manager può essere svolto da un consulente tecnico esterno che si assume l’incarico di affiancare l’organizzazione negli adempimenti periodici previsti o di redigere studi per il miglioramento del consumo energetico.
E’ evidente la differenza di responsabilità e opportunità di azione di un dirigente alle dirette dipendenze dell’azienda rispetto ad un consulente esterno, tuttavia in entrambi i casi si può utilizzare la definizione di Energy Manager.
Cosa fa l’Energy Manager
dentro le aziende?
Attraverso la lettura di report prodotti periodicamente oppure mediante audit, l’Energy Manager verifica i consumi dell’azienda con l’obiettivo di ottimizzarli attraverso una comprensione globale e realistica del sistema azienda, meglio se all’interno di un contesto certificato ISO 50001.
Il sistema azienda prevede infatti alcuni elementi da ponderare insieme:
- abitudini e comportamenti delle persone che sono responsabili o co-responsabili dei consumi energetici, non sottovalutando il fatto che le conseguenze energetiche sono disseminate all’interno di tante azioni – piccole e grandi – e non necessariamente addensate attorno a ruoli apicali;
- acquisto di energia elettrica e degli altri vettori energetici dei quali si serve l’azienda, riducendo e negoziando il costo della materia prima;
- utilizzo idoneo degli impianti bilanciando l’adeguato fabbisogno energetico con le esigenze di produzione evitando, per esempio, costosi picchi di sovraccarico di potenza;
- funzionalità dei processi produttivi;
- miglioramento continuo in termine di performance produttiva, economica ed energetica attraverso proposte di investimento.
Gli output dell’Energy Manager sono quindi: Diagnosi Energetiche, EnPI (Energy Performance Indicator), buone pratiche, studi di fattibilità economico-finanziaria e business plan, gestione di pratiche finanziarie ed incentivi, ottimizzazione delle forniture.
Con chi lavora l’Energy Manager?
I diversi interlocutori aziendali con i quali collabora l’Energy Manager determinano due delle sue competenze principali: la comunicazione e l’aggiornamento continuo.
Scorrendo l’elenco delle attività che svolge, si possono individuare più funzioni aziendali che si intrecciano con il suo operato e che determinano la direzione aziendale anche in termini di sostenibilità.
E’ per questo che l’Energy Manager può dialogare direttamente con l’Ufficio Acquisti per la fase di ottimizzazione delle forniture e macchinari, ma anche per contribuire a connotarle, sia in un’ottica di rispetto ambientale sia di caratteristiche tecniche per il basso impatto gestionale.
Gestire l’ambito energetico di un’azienda comporta inoltre condividere gli obiettivi e i propri processi con i progettisti edili e impiantistici, il facility management per le manutenzioni, i Responsabili di produzione e i Direttori di stabilimento, l’RSPP e i responsabili dei sistemi di gestione implementati o da implementare.
La fase di resoconto dell’attività svolta dall’Energy Manager prevede inoltre che il confronto avvenga attraverso tavoli decisionali ai quali prendono parte figure dirigenziali e apicali che non hanno necessariamente una preparazione tecnica pertanto il valore aggiunto energetico portato all’interno dell’azienda deve essere condiviso in modo chiaro.
L’Energy Manager dialoga quindi con tutta l’azienda e il suo operato è strategico per la redditività e la qualità dei processi produttivi.