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Luglio 7, 2024Storie di successo: storno accise energia elettrica
Tipologia di azienda e settore: Real estate – locazione di uffici e laboratori di ricerca nel settore farmaceutico
Esigenza dell’azienda cliente: Dichiarazione annuale accise energia elettrica in considerazione dell’entrata in esercizio di un trigeneratore nel corso dell’anno 2023
Descrizione della consulenza: Per soddisfare il proprio fabbisogno di energia elettrica, negli ultimi anni, l’azienda ha fatto interamente affidamento sul prelievo dalla rete nazionale attraverso il POD (Point of Delivery) principale con un consumo annuo di circa 16.000.000 kWh.
Da metà 2023 è entrato in funzione un trigeneratore – cioè un sistema di produzione di energia elettrica, termica e frigorifera alimentata a gas naturale – con l’obiettivo di autoprodurre tra 12 ed i 14.000.000 kWh di energia elettrica limitando sensibilmente il prelievo dalla rete.
L’accisa è un’imposta nazionale applicata ai consumi di una selezione di prodotti come alcol e tabacchi, che arriva ad includere anche l’energia nelle sue varie forme (elettrica, gas naturale, carburanti…). Nel caso dell’energia elettrica, le accise sono determinate tramite l’applicazione di un’aliquota che varia in base a 3 scaglioni di consumo:
- tra 0 e 200.000 kWh/mese: 0,0125 €/kWh;
- tra 200.001 e 1.200.000 kWh/mese: 0,0075 €/kWh;
- oltre i 1.200.000 kWh/mese: 4.820 €/mese fissi.
Ciò che si ottiene, creando un grafico dell’imposta dovuta al variare del consumo, è quanto segue:
Con il conseguente paradosso per cui consumare 1.200.000 kWh/mese costa oltre € 2.500 in più rispetto a consumarne 1.200.001.
Nella situazione tipica, in cui un soggetto acquisti energia unicamente da un fornitore per ogni singolo sito, le accise sono determinate direttamente dal fornitore stesso e applicate in bolletta, senza necessità di intervento alcuno da parte del cliente finale.
La situazione si complica nel momento in cui un cliente finale acquista energia da più fornitori, consumandola all’interno dello stesso sito (avendo ovviamente più POD afferenti al medesimo stabilimento), oppure autoproduce energia elettrica al proprio interno tramite impianti NON alimentati da fonti rinnovabili (questo perché l’energia elettrica da fonti rinnovabili autoconsumata non è sottoposta ad accisa).
In questi casi i fornitori sono impossibilitati a sapere in quale scaglione di consumo si ritrovi il cliente finale, quindi ciascuno applicherebbe le accise conteggiando i consumi di propria competenza partendo da 0 ed il cliente finale si ritroverebbe a pagare imposte molto più alte di quanto dovuto in realtà.
Il secondo caso (autoproduzione) è esattamente quello in cui si trovava il cliente a partire dall’anno 2023, quando è entrato in funzione il trigeneratore: in parte acquistava energia dalla rete tramite un fornitore e in parte la produceva all’interno del proprio sito.
Non essendo a conoscenza della data di entrata in esercizio, il fornitore di energia ha continuato ad applicare le accise in bolletta per la quota prelevata dalla rete e il cliente avrebbe dovuto aggiungere la quota dovuta per l’autoproduzione, senza sfruttare gli scaglioni previsti e le conseguenti riduzioni.
Comunicando al fornitore il nuovo status di autoproduttore del cliente, è stato possibile ottenere lo storno di tutte le accise versate per il 2023, quindi, abbiamo proceduto con una dichiarazione complessiva per tutti i consumi del sito, prelevati da rete o autoprodotti. In tal modo si è ricaduti più frequentemente nello scaglione ad importo fisso, risparmiando oltre 18.500€ per il solo 2023.